A novembre sono stata per la prima volta in Lapponia finlandese, che era l’unica (delle tre) Lapponie che ancora non avevo visitato. Ho affittato una macchina e ho vagabondato: il viaggio che preferisco.
Non ho preparato itinerari particolari, vuoi per mancanza di tempo, vuoi perché dal viaggio improvvisato nascono sempre amori grandi! E così è stato anche per questa meravigliosa terra.
Ho alloggiato fra Inari e Ivalo (ve lo racconterò presto), e da lì ho esplorato tutto ciò che potevo, a caso. Un giorno ho imboccato la road n.91, che poi diventa n.969, ed ho subito capito che sarebbe stato un altro, l’ennesimo giorno di artiche meraviglie.
La strada, sin da subito, costeggia corsi d’acqua o piccoli laghetti, alcuni dei quali dipendono direttamente dal grande Lago Inari, e che trovo già ghiacciati.
E’ come essere in una fiaba: il sole basso, ma ancora sopra l’orizzonte, riflette su ghiaccio e neve, creando scenari incantevoli.
Anche la strada è già tutta ghiacciata ed innevata, ma come sempre tenuta molto bene, almeno all’inizio: quando la road n.91 sfocia nella 969 e si inizia a salire di quota, è tutto un susseguirsi di corsi d’acqua, montagne imponenti, distese infinite di neve: non ho incontrato macchine per 42 km all’andata e 42 km al ritorno.
Sola in paradiso! Non ho meta, ma è troppo bello per non proseguire ad oltranza: ad una decina di km da Ivalo, la strada inizia ad essere pesantemente innevata, e devo stare attenta a non uscire dalle strisce lasciate da altri vagabondi (quindi qualcuno non so quando ma qui ci è passato!), perché si slitta un po’. In realtà, non faccio in tempo a partire, che sono già ferma: a fotografare, ad ammirare, ad annusare, a lasciare impronte nella neve fresca.
Per strada trovo tantissime renne, e vederle così nella natura selvaggia è una delle immagini che, a mio modo di sentire, più infonde libertà.
Le renne sono dolcissimi animali ma un po’ timidi, provo ad avvicinarmi piano e riesco a fare incontri splendidi: qualcuna mi guarda incuriosita, qualcuna non mi calcola, le più timide si allontanano nella neve.
Vado, continuo ad andare, non so dove porta quella strada, ma in fondo, a che serve saperlo? Ad un certo punto, quando inizierà a fare buio, tornerò indietro.
Controllo solo che ci sia campo telefonico: non incontrando anima viva, mi dico, vorrei almeno sapere di poter chiamare qualcuno se dovesse succedere qualcosa alla macchina!
Ad un certo punto vedo un cartello stradale, dice Nellim: un villaggio minuscolo, che sfocia direttamente sul grande lago Inari.
Parcheggio la macchina, il parcheggio è intonso e la neve sulla strada tantissima! Che bello lasciare le prime impronte nella neve.
Nellim si trova a pochi km dal confine con la Russia, ed infatti è noto per essere il villaggio che accoglie le tre culture Sámi, definite North Sámi, Inari Sámi e Skolt Sámi. Infatti, negli anni ’20, agli abitanti orginari di Nellim, gli Inari Sámi, si unirono i North e dopo la seconda guerra mondiale, arrivarono gli Skolt.
Gli Skolt costituiscono la popolazione indigena della penisola di Kola in Russia (che insieme alle terre del nord di Finlandia, Svezia e Norvegia costituisce la regione chiamata Lapponia), che persero le loro terre native a Petsamo durante la seconda guerra mondiale.
Ognuna delle tre popolazioni Sámi parla una lingua diversa! In particolare, all’incirca 20.000 persone, nel mondo, parlano una lingua Sámi: la più diffusa è quella North, la Inari è parlata solo in Finlandia, mentre la Skolt solo in Finlandia e Russia. Pensate che in Finlandia, solo 300 (!) persone parlano la lingua Skolt, la maggior parte delle quali vive in queste zone.
E’ difficile essere in un luogo e non incontrare anima viva per ore, e ciò rende questa (breve ma intensa) giornata davvero speciale.
Dopo aver passeggiato un po’, riprendo la macchina: sono le 13 circa, il tramonto di questo incredibile sole, che è sorto verso le 9, è appena iniziato, e i colori sono così forti, accesi, e diversi che è difficile credere a quello che si vede.
Come arrivare a Nellim
Si atterra al piccolo aeroporto di Ivalo, Finlandia, e da lì si imbocca la strada n.91 che poi diventa la n. 969.
Conta solo il cammino, perché solo lui è duraturo e non lo scopo, che risulta essere soltanto l’illusione del viaggio.
(Antoine de Saint-Exupery)
4 risposte
Stupendo questo racconto!! ?
Stupendo questo commento, gioia per me.. grazie Lara!??
C’è da dire che il fascino del Nord, se incanta davvero, ti rapisce in una dimensione quasi surreale. Le suggestioni del Grande Nord diventano – con il tempo e dopo l’esperienza di un viaggio simile – un solco in cui la memoria, spesso e volentieri, si lascia andare, rievoca, ricerca, riprogramma, sogna. Devo dire che attraverso immagini e parole sei riuscita nell’intento di affascinare chi, di quelle terre, ne fa un’isola che da mentale tende alla concretezza. Il sogno a volte si realizza e tutto ciò che è nella testa, viaggio compreso, diventa certezza, meraviglia dinanzi agli occhi! Lo dico da amante del Nord, della natura immersa nel ghiaccio, dei silenzi profondi, degli scenari immensi di cui la fotografia da sola non può rendere giustizia. Lo dico da amante delle letture che hanno il Nord come paradigma essenziale. Ci sono autori, come Mankel, per esempio, che riescono a farti sentire persino il vento teso e freddo dei fiordi sul viso, mentre sfogli pagine e pagine di meraviglia. Lo dico da viaggiatore indomito. Ho viaggiato molto nella mia vita e mi reputo fortunato. Per me il viaggio è il più bel investimento che un essere umano possa fare. Non solo emozioni, dunque, ma anche crescita interiore e capacità di confronto a breve e lungo termine. Dal lusso delle capitali d’Europa e dalle periferie di città gioiello ai colori vivaci del Brasile, dalle meraviglie d’Italia alle luci e colori della Turchia, dalle emozioni del Baltico, della grande Russia alla storia millenaria di tutto il bacino mediterraneo. Devo dire che il Grande Nord mi ha stregato, non c’è dubbio. Nonostante non sia un amante degli eccessi (le temperature, per esempio) ciò che regala il Nord del Mondo ha dell’incredibile! La Norvegia e i suoi magici fiordi, la Svezia, la Finlandia, la stessa Lapponia Finlandese e, in ultimo, le meravigliose Isole Lofoten. Ecco, se dovessi scegliere ad oggi un Paradiso, direi che le Isole Lofoten sono la sintesi di pace interiore e benessere fisico. Non è finita qui e non può finire qui, ne sono convinto. Perché sono ancora tante le mete da raggiungere. Luoghi misteriosi, magici, fiabeschi che solo il Nord sa regalare. La lista è infinita, ma fremo dalla voglia di ricominciare, dopo questo periodo di penitenza che ci ha costretti spesse volte a rinunciare a quanto di più bello c’è nella vita: viaggiare. E, dunque, ancora le Isole Lofoten ma questa volta in versione invernale (ne ho subito il fascino durante l’estate del 2019); e poi le Isole Svalbard, la Groenlandia, l’Islanda e – new entry – questa favola postata da te su questo meraviglioso blog. Si, è da tener d’occhio e mettersi in viaggio verso Nellim quanto prima! Intanto grazie per avermi regalato un’altra emozione. Si, perché il viaggio inizia leggendo, ricercando, seguendo la traccia, in questo caso la tua, di chi ha già realizzato il sogno di vivere ciò che era solo una lontana emozione! 🙂
Liberato, grazie mille per le tue parole. Gioia pura per me! Ed è bellissimo condividere con te questa grande passione per il Nord!