Trekking di quattro giorni alle Isole Svalbard: vivere la regione abitata più a nord del mondo a stretto contatto con la natura incontaminata, e null’altro.
Oramai lo sapete, queste isole immerse nell’oceano Artico, molto più a nord di Capo Nord, occupano uno spazio gigante nel mio cuore.
Capo Nord si trova ad una latitudine di 71° 10′ N, contro i 78°13′ N di Longyearbean (ma le isole arrivano sino agli 81°N!)
Sono stata alle isole Svalbard per la prima volta in piena notte polare, a fine gennaio del 2019, e da lì è stato subito amore.
Da quando è nato tiportoanord, ho portato qui i miei viaggiatori almeno due volte l’anno, felice di diffondere il mio amore per questo piccolo angolo di mondo.
L’estate scorsa ho avuto la fortuna di poter esplorare le isole Svalbard a piedi.
Per chi le conosce un po’, sa assolutamente quanto sia inusuale scoprirle a piedi.
Perché?
- La superficie delle isole è ricoperta per circa il 60% dal ghiaccio
- Non ci sono strade al di fuori di Longyearbean, il centro più grande, di 2000 abitanti circa.
- Longyearbean non è quindi collegata agli altri 3 centri abitati, che sono Barentsburg (400 abitanti circa), Sveagruva e Ny-Ålesund
- Sulle isole ci sono solo infatti circa 40 km di strade asfaltate. Si trovano attorno a Longyearbean e per collegare i centri di ricerca: il clima è ostile, e i mezzi di trasporto rimangono solo la barca d’estate e la motoslitta d’inverno
- Fuori dai centri abitati non è possibile uscire senza un’arma
E’ per questo che l’esplorazione delle isole Svalbard a piedi rimane un privilegio per pochi coraggiosi!
Non ci sono infatti nemmeno sentieri battuti: si seguono solo le tracce che la Natura ha deciso di lasciarci, in quel momento.
Itinerario
Giorno 1 – Il cammino parte da Bjørndalen (che significa “La valle degli orsi”).
Proprio qui, il giorno della partenza del trekking, l’anno scorso, era stato avvistato un orso!
Si sale quindi sul Fuglefjella, che significa “la montagna degli uccelli”: qui infatti è possibile osservare numerosi uccelli che scelgono queste rocce per nidificare.
Come non capirli, la vista sull’oceano è fantastica.
Quest’area è anche il regno della volpe artica e delle renne artiche, che si possono avvistare, con un po’ di fortuna.
Si prosegue quindi verso Grumant, antico villaggio sovietico oggi abbandonato, dove si allestisce il primo campo.
Isole Svalbard a piedi
Giorno 2 – Il cammino ci porta oggi a Colesbay, attraverso meravigliose vedute di Isfjorden, cioè il fiordo di ghiaccio.
Avremo davanti agli occhi le inimitabili montagne delle Svalbard e magnifici ghiacciai.
Il trekking segue la vecchia ferrovia utilizzata per il trasporto del carbone tra Grumant City e Coles Bay, una vecchia città mineraria russa abbandonata, ricca di storia e fascino.
Si cammina lungo la ferrovia abbandonata.
Questa parte del trekking segue una parte particolarmente frastagliata della costa e offre una vista impressionante sull’Isfjorden.
Giorno 3 – Si prosegue lungo la costa sino a Hollenderbukta, dove abbiamo allestito il nostro terzo
campo.
Lungo tutto il percorso si contempla la splendida vista su Isfjorden e verso i meravigliosi ghiacciai dall’altra parte della baia.
Giorno 4 – L’ultimo giorno di trekking ci porta alla mitica Barentsburg, una città mineraria ancora
attiva ed anche il secondo centro delle Isole Svalbard con (ben!) 400 abitanti.
Diversamente da Pyramiden, Barentsburg, sia pure in maniera molto più dimessa e con una popolazione di residenti ridotta del 75%, è rimasta ancora attiva.
Come si diceva, oggi ci sono circa 400 residenti, minatori russi ed ucraini e le loro famiglie.
Il tempo qui si è veramente fermato!
Qui si ha il privilegio di vedere come si viveva decine di anni fa in questi sperduti villaggi artici, con un’atmosfera simile alle più remote frontiere siberiane.
Vi consiglio di pernottare nell’ostello della città, toccando con mano l’atmosfera speciale di questo avamposto artico post-sovietico.
E’ stato un salto nel tempo trascorrere la serata nel pub di Barentsburg, il Red Bear, che è anche il primo birrificio ad essere stato aperto sulle isole, nel 2012 (il secondo e ultimo si trova a Longyearbean).
Svegliarsi a Barentsburg è stata un’esperienza davvero unica che pochi hanno provato.
Dopo un’ottima colazione, si ritorna verso Longyearbean in barca.
Cosa mi ha dato questa esperienza
Una delle citazioni che più amo e mi descrivono è certamente questa
I pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo
Ho fatto diversi cammini di più giorni: la via degli Dei (Bologna – Firenze, 130 km), il cammino dei Pescatori in Portogallo (80 km, regione dell’Alentejo), il Laugavegur (highlands islandesi, 75 km).
E l’anno scorso ho aggiunto le Svalbard alla mia lista di cammini.
Questo è stato di sicuro il più impattante.
E’ stata un’esperienza di vita, più che solo un cammino.
Qui infatti, a differenza di quanto succede di solito, non ci sono sentieri.
Si beve dal torrente, si segue solo il ritmo dettato dalla Natura.
Si guadano anche diversi fiumi, che possono essere più o meno lunghi e alti a seconda del momento.
Ogni giorno si prepara il campo, si cucina, (aka si scalda l’acqua per preparare il mitico REAL!).
Ogni notte si fanno i turni di guardia per l’avvistamento degli orsi polari.
Non si incontrano esseri umani, ma solo la fauna artica nella sua più grande libertà.
Si, libertà è ciò che si respira costantemente, sotto il perenne sole di mezzanotte.
PS: dai un’occhiata all’itinerario di quest’anno, vi porto anche a Pyramiden, la città abbandonata più a nord del mondo!
“Non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata…”
Bruce Chatwin, “La via dei canti”