Il trekking del Laugavegur è stato definito dal National Geographic come uno dei 20 sentieri più belli del mondo, e credetemi, si merita assolutamente il posto in questa speciale classifica.
Ma dove ci troviamo?
Siamo nell’isola del ghiaccio e del fuoco, abitata dagli elfi e porta dell’Artico (come lo è stata per me): l’Islanda!
In particolare, ci troviamo all’interno dell’isola, nella parte sud-occidentale.
La maggior parte dei viaggiatori si ferma alla ring road, cioè la road n.1 che circumnaviga tutta l’isola, ma l’interno è una zona remota, disabitata e incredibilmente affascinante!
La zona del Laugavegur è costituita da due regioni completamente diverse fra loro, come spesso accade in Islanda: il Landmannalaugar e la valle di Þórsmörk (o Thórsmörk che in islandese significa Foresta di Thor, dal nome dal dio della mitologia norrena).
Il Landmannalaugar è il regno delle montagne color caramello e delle sorgenti geotermali (dove riscaldarsi) mentre nella valle di Þórsmörk si possono ammirare calotte glaciali e vulcani.
Il trekking del Laugavegur (o Laugavegurinn) unisce proprio queste due regioni.
Insomma, ci troviamo davvero alle orgini del pianeta Terra, o su un altro pianeta del sistema solare!
Il Laugavegur è un percorso lungo 55 km che attraversa mondi completamente diversi ogni giorno, dalle sorgenti fumanti alle valli infinite, ai ghiacciai.
Solitamente si percorre in 4/5 giorni; si può anche aggiungere una tappa, con un sentiero bellissimo che porta davanti al famoso vulcano che ha lasciato a terra i voli di mezza Europa nel 2010, Eyjafjallajökull.
Il trekking del Laugavegur è fattibile (quasi sempre, lassù è tutto variabile!) da metà giugno agli inizi di settembre.
Io l’ho percorso nel 2019 ad inizio agosto, e due settimane dopo uno dei rifugi dove abbiamo alloggiato (Álftavatn) era quasi sepolto dalla neve!
Per l’estrema variabilità del meteo negli altopiani centrali islandesi, il percorso non va affrontato con leggerezza.
Se decidete di percorrerlo senza guida, dotatevi assolutamente di GPS, cartina e satellitare, in quanto la rete è pressochè assente.
Un modo incredibile di disconnettersi dalla frenesia del nostro mondo, e anche dai turisti delle parti più gettonate dell’isola!
E’ importante anche portarsi indumenti caldi (la temperatura può scendere anche vicino allo zero!) e giacca antipioggia, e ovviamente cibo e acqua!
Ci sono poi diverse compagnie che organizzano il tour (con guida parlante inglese), come la Arctic Adventures con cui lo avevo fatto io nel 2019. Queste compagnie si occupano anche di portare eventuali zaini pesanti da un rifugio all’altro.
Ho talmente amato questo percorso e questa esperienza, che ho deciso di organizzare un viaggio di gruppo per il mese di agosto (con me guida ma anche un’agenzia che ci porterà i bagagli!).
Trovi le info qui!
Non è solo un viaggio (incredibile), non è solo un trekking (unico), ma è davvero un’esperienza di vita indimenticabile.
Meglio stare sui propri piedi che su quelli altrui.
(proverbio islandese)
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